Sono partito da Parigi dopo un anno lontano da Lei.
Spaghetti pizza e mandolino. Paura solitudine e silenzio.
Ho dormito in letti d’hotel.
Città nelle quali ho vissuto città alle quali ho lasciato un pezzo del mio cuore.
Aria pulita, sole, strade deserte.
Amici salutati a distanza, senza abbracci.
Sono partito inquieto ed eccitato.
Sono tornato fiero e cambiato.
No, Venezia non è in Italia...
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I left Paris after a year away from it.
Spaghetti pizza and mandolin. Fear, loneliness and silence.
I slept in hotel beds.
Cities where I have lived cities in which I have left a piece of my heart.
Clean air, sun, deserted streets.
Friends greeted from a distance, without hugs.
I left restless and excited.
I came back proud and changed.
No, Venice is not in Italy ...
Work in progress
Project that investigates the identity of people in the age of selfies.
Selezione di scatti su pellicola accompagnati dal testo di Italo Zannier
La fotografia vince ancora
[...] Ci sono immagini, nel portfolio di Amedeo Abello, che hanno finalmente il fascino raro della poesia, quella emozione che la fotografia è sempre in grado di esprimere nel suo linguaggio, secondo lo sguardo e il tatto delicato dell’operatore, che non scatta, ma esprime se stesso, in un racconto d’immagine, che esorbita da ogni pacchiana massificazione. Evviva!
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The LIFE project is a reflexion about the relationship between concrete and virtual reality.
The idea is to decompose these two words using photographic rolls screen tests: every single shoot is like the pixel of an picture, the led of a signboard.The letters have been made through a sort of planned error, through burnt shoots that during the development compose every single character. The image’s topic is related to the word’s meaning: LIFE is the everyday life - offline, FILE is the virtual life - online. The connection between the two words is firstly underlined by the fact that they are one the anagram of the other one.
“Digital” and “Real” have not to be meant like oppositional concepts; they’re two distinct elements that contribute both to create our concrete daily life experience.
The work is composed of 8 lightbox (one for each letter) each 24x34x10
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Il progetto LIFE è una riflessione sul rapporto tra realtà concreta e realtà virtuale.
L’idea è stata quella di comporre le due parole LIFE / FILE, utilizzando i provini di rullini fotografici: ogni singolo scatto è come un pixel di un’immagine, un led di un’insegna. Le lettere sono rese attraverso una sorta di errore programmato, attraverso scatti bruciati che nello sviluppo compongono ogni singolo carattere. Il tema delle immagini è concatenato al significato della parola: LIFEvita "quotidiana" - offline, FILE vita “virtuale” - online. Il rapporto tra le due è sottolineato in primo luogo dal fatto che siano una l’anagramma dell’altra. Digitale e reale non sono da intendere però come oppositivi ma come 2 elementi che concorrono a creare la nostra esperienza quotidiana concreta.
Il lavoro è composto di 8 lightbox (una per ogni lettera) ognuna 24x34x10
Series of 15 ID photos (10x15)
Photomaton is a set of passport photos, medium characterised by specific characteristics that make it unique . The size of the images is determined by the law and their main usage makes them documents that define the identity of the subject-portrait.
During 36th Venice Biennale in 1972 Franco Vaccari presented Leave a Photographic Trace of your Passage, reaching one of the greatest moments of objectification of the photographic act . A photo booth allows the viewer to take a photo of him/herself in the total absence of the photographer’s gaze during the photographic process.
Setting itself halfway between landscape and portrait photography, I play with the error, by going beyond the technical characteristics of the medium: photo booths, programmed to portray a subject, are used
to capture pictures of the landscape. Thanks to a mirror, metalinguistic reflection on the mechanism of a classic digital camera , I makes the lens able to see beyond the booth, at the external world.
21 cartoline bianco-nero, 12x15 cm, 2016. (Secondo classificato Premio San Fedele 2016)
Era di fughe. Fughe di uomini, di popoli e di cervelli.
Italia, Europa, Mondo: porto di mare della speranza per arrivi e partenze.
Un patrimonio intellettuale in movimento, lontano dalla meta sperata, lontano da dove? Saperi che cercano altri saperi, patrimonio in cerca del buono e del bello, lontano dai limiti delle privazioni e delle guerre.
Uomini, cervelli con incancellabili radici della propria terra alla quale spedire i loro greetings attraverso il vento.
L'unica distanza conosciuta è quella dell'indirizzo della propria casa, unica certezza per riportare almeno la propria immagine nel porto della prima partenza.
Con la speranza un giorno di farvi ritorno.
Greetings from Italy
Digital photography, silver print
The idea is simple: portraits of people through their reflection on the screen of their smartphone or tablet. The starting point is the alienation of technology that slave us.
The black screen is the mirror of the contemporary society, a new window of access to the world, that allow us to identify ourselves and interact with other people.
The installation consist of various portraits of a variegated sample of our contemporary society. In the centre of the composition a tablet turned off that will included the reflection of the viewer in the opera.
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Fotografia digitale, stampa ai sali d’argento
Serie di ritratti realizzati fotografando il volto riflesso negli schermi spenti di smartphone e tablet.
Punto di partenza è l’alienazione tecnologica della quale siamo ormai schiavi. Lo schermo nero come specchio della società contemporanea, come nuova finestra di accesso al mondo con la quale ci identifichiamo ed interagiamo.
L’installazione prevede numerosi ritratti stampati in formato tablet / smartphone a rappresentare l’eterogeneità della società contemporanea. Al centro di questa “nuvola” un tablet spento, atto a riflettere il volto del fruitore a ad inserirlo all’interno dell’opera.
Fotografia digitale, stampa ai sali d’argento, 2015
Le fotografie che compongono il progetto Miami’s Back hanno come soggetto una serie di ritratti scattati a persone rivolte di spalle. Amedeo Abello ha vissuto a Miami per qualche mese e in questo arco di tempo ha potuto sfatare attraverso il medium fotografico lo stereotipo che prevede tutti belli e muscolosi, ritraendo l’altra faccia della medaglia degli abitanti e dei turisti che affollano le spiagge della Florida.
Ciò che emerge è una lettura sociale che esclude il volto (elemento cardine che contraddistingue le forme di ritratto più classiche) per soffermarsi sul “di dietro”, su una corporeità che in un certo senso delude le consuete aspettative e gli ideali di bellezza femminile e mascolinità. La volontà di mettere in mostra le contraddizioni di questa nostra epoca post-postmoderna emergono in Miami’s Back attraverso la rivisitazione di uno dei temi classici della rappresentazione moderna: il ritratto.